Il viaggio

Dal 21 settembre al 6 ottobre 2013

C’è una terra di mezzo che cuce il Paese in due. Un crinale che si srotola raccontando storie e ponendoci domande. Ad esempio come frenare l’emorragia di persone e risorse che da mezzo secolo minaccia la sopravvivenza stessa di pezzi di territorio. Ma l’Appennino, da duemila e cinquecento anni è luogo di “resistenze”: contro romani, saraceni, nazifascisti. Il posto in cui inventarsi un piano B, contrattaccare e ripartire. E allora oggi potrebbe essere un laboratorio per sperimentare nuovi stili di vita e forme di convivenza. Per resistere, ancora una volta. E ricominciare. L’idea del viaggio nasce da qua.
Sono circa 2.200 km lungo lo spartiacque appenninico, da Passo Giovi a Melito di Porto Salvo. Da fare con un mezzo lento e sotto il cielo. Al link sotto, si può vedere l’itinerario approssimativo.

https://mapsengine.google.com/map/viewer?mid=zEipwGZ-oM2s.k0q7lgJb3hlI&hl=it


4 pensieri riguardo “Il viaggio

    Danilo Scarcella ha detto:
    26 luglio 2014 alle 08:28

    sto leggendo il tuo libro, che trovo interessante e ben scritto.
    Mi interessa sapere le ragioni che ti hanno fatto abbandonare la bici a pedalata assistita, essendo interessato ad acquistarne una per fare viaggi (sono un dignitoso ciclista…appesantito dai miei 67 anni).
    Un ultima domanda cosa ti sei portato dietro durante il viaggio?
    Grazie per una cortese risposta
    Danilo Scarcella

      riccardofinelli ha risposto:
      26 luglio 2014 alle 09:33

      Ciao Danilo, la bici a pedalata assistita era eccezionale. Gli amici di Mobilità Elettrica (http://www.mobilitaelettrica.it/) mi avevano costruito una roba fantastica: c.a. 200 km di autonomia (con batterie in un carrello) a una media di 30 km/h su strade di montagna! Purtroppo il problema è stato dato dalla pioggia. Non tanto nei motori elettrici sulle ruote, che funzionano anche sott’acqua, quanto ai comandi al manubrio, che sono molto più vulnerabili e se si bloccano, purtroppo, compromettono tutto quanto. Sono certo però che se avessi avuto più tempo i ragazzi di Mobilità Elettrica avrebbero trovato una soluzione anche a questo problema, ma avevo già pianificato la partenza e purtroppo dovevo andare. Per esigenze “normali” comunque sono certo che una bici elettrica sia un’ottimo acquisto.
      Cosa mi sono portato per il viaggio. Solitamente sono uno che si muove veramente con l’essenziale: un paio di mutande, altrettanti calzini e magliette, un pezzo di sapone da bucato, giacca e sovracalzoni impermeabili e, ovviamente Ipad e smartphone per scrivere e aggiornare il blog. Tutto qua: stava in uno zainetto da scuola media. U varo saluto e buona lettura

        Danilo Scarcella ha detto:
        28 luglio 2014 alle 06:09

        ho finito di leggere il tuo libro, molto coinvolgente, mi è venuta la voglia di partire subito.
        Condivido la tua avversione per le pale eoliche, un vero stupro della natura, e poi fa rabbia pensare che a fronte dei pochi spiccioli per i residenti gli investitori, per lo più stranieri, realizzino grandi profitti grazie ai generosi contributi statali, pagati da noi sulle bollette.
        Peccato per la forzata rinuncia alla bici elettrica, spero che la userai in un prossimo viaggio.

    riccardofinelli ha risposto:
    2 agosto 2014 alle 22:49

    Mi fa molto piacere Danilo, che il libro ti sia piaciuto. Molte cose ti fanno venire rabbia lungo il crinale della nostra Italia. Le pale sono una di queste e girano le pale, ti garantisco che girano parecchio… 🙂
    Buon viaggio quando sarà il tuo momento per l’Appennino!

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