Bene per la divulgazione del libro ed efficace Riccardo nel comunicare idee, nonostante i toni e le facce banalizzanti della tivù a cui non ero più abituato.
Sulla tesi della “morte” culturale dell’Appennino però non sono d’accordo, almeno per quanto riguarda la mia esperienza nel primo tratto settentrionale che chiamiamo delle Quattro Province. Da noi un fondo di umanità e saggezza locale diverse da quella della pianura ancora sopravvive, per quanto anch’esso mutato, ed è una ricchezza tale che dovremmo prenderla come punto di partenza per il rinnovamento, piuttosto che dichiararne l’estinzione. Anche perché è proprio di questo tipo di umanità che la modernità inaridita ha bisogno.
21 luglio 2014 alle 07:47
Bene per la divulgazione del libro ed efficace Riccardo nel comunicare idee, nonostante i toni e le facce banalizzanti della tivù a cui non ero più abituato.
Sulla tesi della “morte” culturale dell’Appennino però non sono d’accordo, almeno per quanto riguarda la mia esperienza nel primo tratto settentrionale che chiamiamo delle Quattro Province. Da noi un fondo di umanità e saggezza locale diverse da quella della pianura ancora sopravvive, per quanto anch’esso mutato, ed è una ricchezza tale che dovremmo prenderla come punto di partenza per il rinnovamento, piuttosto che dichiararne l’estinzione. Anche perché è proprio di questo tipo di umanità che la modernità inaridita ha bisogno.
Ciao