Come gusci d’uovo

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Si fanno foto da cartolina a tutti i paesi dell’entroterra. Quelle apparenti bomboniere di case abbarbicate sulla rupe di turno. Invece avvicinandoti ti accorgi di entrare in una scatola vuota. In un guscio a cui è stato succhiato da tempo il tuorlo e rimane solo un sottile strato di calcare pronto a sbriciolarsi. Solo oggi sono stato a Bisaccia, Andretta, Pescopagano, Castelgrande, Muro Lucano. La cosa impressionante è il silenzio a qualsiasi ora del giorno. Perché non c’è più nessuno. Intere strade con case e porte sbarrate. E quei pochi che rimangono non hanno l’età o lo spirito per dire nulla. Franco Arminio, poeta geniale, li chiama i “rimanenti”, involuzione morale dei residenti. Rimane, finché durerà, la forma del paese. Un perimetro sempre più fragile e culturalmente poco significativo. Non ci resta che la toponomastica. E poi, più neanche quella

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